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Data ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2023
Il patrimonio faunistico del Parco delle Orobie bergamasche è ricchissimo e completo: sicuramente degni di menzione sono gli endemiti faunistici, in particolare invertebrati ipogei, ossia popolazioni che vivono sotto la superficie del suolo, nella falda, nelle cavità e nelle fratture delle rocce.
Sotto quest’aspetto, l’area del Parco costituisce uno dei luoghi più significativi di tutte le Alpi Centrali. Si pensi che solo nell’area Pizzo della Presolana–Monte Sponda Vaga, sono state rilevate 37 specie endemiche di cui ben 9 sono stenoendemiti assai localizzati, mai segnalati all’esterno di tale area. Queste osservazioni attestano l’enorme valore di questi luoghi, di fatto riconosciuti anche a livello internazionale come un vero e proprio santuario della biodiversità.
Per citare alcune specie: Cochlostoma canestrinii, un gasteropode conosciuto solo per la Presolana; Cychrus cylindricollis, un rarissimo carabide endemico predatore di molluschi; Boldoriella serianensis, carabide ipogeo noto solo di pochissime località bergamasche; Byrrhus focarilei, coleottero stenoendemico descritto solo nel 1997, Othyorrhincus diottii, un curculionide scoperto ancor più recentemente, nel 2001, noto solo per pochi esemplari rinvenuti nei pressi del rifugio Albani e del lago del Polzone; l’elenco potrebbe proseguire molto, soprattutto con farfalle ed altri insetti. Altre ancora potrebbero essere le specie che vivono nel Parco, ancora ignote alla scienza.
Passando a gruppi faunistici certo meglio conosciuti, numerose sono le specie che popolano le montagne e le vallate del Parco. Oltre ad aquila reale, poiana, gheppio, si possono osservare specie decisamente rare, come civetta nana, civetta capogrosso, re di quaglie e il gallo forcello, quest’ultimo eletto a simbolo del Parco. Tra gli anfibi, meritano menzione l’ululone dal ventre giallo e la salamandra alpina; tra i rettili ricordiamo soprattutto lucertola vivipara.
Molti anche i mammiferi selvatici, tra cui: marmotta, tasso, ermellino; tra gli ungulati camoscio, cervo e stambecco, quest’ultimo oggetto di una riuscita attività di reintroduzione, realizzata negli anni 90 con esemplari provenienti dal Parco Nazionale Gran Paradiso, che ha consentito la presenza stabile di questa specie.
A queste specie si è recentemente aggiunto anche l’orso bruno; esemplari in dispersione provenienti da est periodicamente attraversano il territorio del Parco a conferma della sua elevata naturalità.
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