Monte Arera

shape_w.svg

Data ultimo aggiornamento: 20/12/2022

Il progetto Monte Arera nasce dalla volontà da parte del Parco delle Orobie Bergamasche, congiuntamente ai Comuni di Oltre il Colle, Roncobello e Ardesio di prefigurare un’azione di valorizzazione di un comprensorio dalle eccezionali vocazioni naturalistiche. Infatti, la zona del Monte Arera, presenta una singolare ricchezza floristica determinata, oltre che dalle specie Alpine più diffuse, dalla significativa presenza di numerosi endemismi insubrici e di alcuni esclusivamente Orobici che conferiscono prestigio e nobiltà alla flora e fauna alpina locale.

Le Orobie costituiscono il più importante polo di biodiversità della Lombardia, oltre che uno dei principali siti di emergenza naturalistica a livello continentale. Delimitate a nord dalla Valtellina, il loro ambiente si distingue per la presenza di numerose valli che le incidono e da circoli glaciali che testimoniano una complessa storia non solo geologica ma anche biologica. Fu proprio durante le grandi glaciazioni quaternarie che la flora e la fauna preesistenti, sospinte dalla lenta ma inesorabile invasione dei ghiacci, furono costrette a migrare e a spostarsi sempre più a sud per non soccombere alla morsa del gelo. Molte di queste specie sono scomparse, altre invece sono riuscite a sopravvivere, riguadagnando poi lentamente territori occupati in precedenza man mano che il clima si intiepidiva. Alcune di tali specie tornarono dunque a ripopolare le loro regioni, ma diverse popolazioni restarono intrappolate sulle Alpi, nel nostro caso tra le cime delle Orobie, dove hanno trovato una situazione climatica comunque favorevole e dove sono comunemente definiti “relitti glaciali”.

Il Pizzo Arera è da tempo ben conosciuto anche oltre i confini nazionali e da parte di numerosi studiosi e appassionati di flora; Il progetto Monte Arera mira ad integrare la valorizzazione delle emergenze naturalistiche con la realizzazione di una significativa e monumentale opera d’arte ambientale la Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri che nella sua unicità così come nella sua tecnica costruttiva, a sua volte parte integrante del suo significato simbolico, si fonde pienamente con il progetto del Monte Arera.